Gli ultimi mesi sono stati davvero impegnativi per me, con nuove sfide quotidiane che hanno richiesto tutta la mia concentrazione. Dopo tanto lavoro, ho sentito la necessità di staccare per qualche giorno. Non semplicemente di fermarmi e riposare, ma di andare altrove, di sentirmi "straniero" in un altro paese. Ho scelto Istanbul di getto, senza un perché razionale. Ed è stata una scelta perfetta, come mi capita spesso quando seguo il mio istinto.
In questa città incredibile, antica e modernissima, placida e frenetica, incrocio di popoli e culture, ho provato un'emozione fondamentale, quella che ricerco più di tutte: mi sono sorpreso. La bellezza del paesaggio, l'architettura bizantina, colori e profumi ottomani, la varietà delle persone, la mescolanza di influenze, tutto questo mi ha regalato sensazioni nuove, rigeneranti.
E poi, il cibo. Per uno chef sorprendersi gustando sapori nuovi ha davvero un valore inestimabile. A Istanbul ho assaggiato alcuni dei piatti più buoni di sempre, come il Tavuk Şiş, a base di cubetti di pollo marinato con spezie ottomane, yogurt, limone e, in alcune interpretazioni, anche concentrato di pomodoro e pezzi di peperone. Il pollo viene poi grigliato e servito con il bazlama, un pane tipico. Oppure dei bocconcini che si chiamano Icli Köfte e che sono davvero favolosi. Quando li ho visti sul banco di una gastronoma di strada, mi hanno trasmesso una certa familiarità con i nostri arancini. In realtà queste sono delle palline ovali di bulgur condito farcite di carne trita speziata e frutta secca, poi richiuse e fritte. O ancora il Kabak Tatlısı, un dolce incredibile a base di zucca, poverissimo ma gustoso e sopraffino. Sono rimasto piacevolmente colpito perché non avevo mai pensato a un dessert con la zucca di questa fattura, tra l’altro con ingredienti semplici e facilmente reperibili in Sicilia. La zucca viene cotta in forno con zucchero e acqua dentro vasi di terracotta, poi servita con una salsa di frutta secca frullata e una manciata di granella come parte croccante.
Tanti sapori nuovi, accostamenti stimolanti, rimandi a culture gastronomiche diverse che si incrociano e si contaminano producendo bontà sorprendenti. Sono appena rientrato e già non vedo l'ora di rimettermi al lavoro per sperimentare nuove idee che questo viaggio mi ha suggerito.
Questo è per me riposare: aprire la mente e il cuore a nuove ispirazioni, lasciarvi entrare quelle sensazioni che poi, in cucina, si trasformeranno in nuove creazioni.